L’Arte della costruzione e del suono delle launeddas

Le launeddas: il suono dell’anima della Sardegna

Evocativo, struggente, antico e sacrale: un suono vibrante che abbraccia le processioni e il cuore di paesi in festa; un suono di sbalorditiva ricchezza che viaggia, scava nel passato e presente delle nostre esistenze; mostra volti, gioie, sospiri, lamenti e passioni di una terra atavica e carnale.

Sono indubbiamente lo strumento più antico della tradizione musicale sarda, che nel corso dei millenni ha raggiunto un notevole grado di perfezione costruttiva. In realtà, sono una famiglia di strumenti, più che un unico strumento. Vengono infatti indicate, non a caso, con il termine cuntzertus, che mette in risalto come le tre canne che lo compongono siano in armonia tra loro. Esistono vari tipi di cuntzertus, che si differenziano tra di loro nell’ambito melodico, cioè nelle note che mancosa e mancosedda possono eseguire, tra i più usati: punt’ ‘e organu, fiorassiu, mediana, fiuda. 

Saper suonare le launeddas significa allo stesso tempo possedere la competenza di costruirle, poiché l’abilità organologica è tenuta viva dalla prassi esecutiva. In questo stupendo laboratorio imparerai a conoscere un po’ più a fondo questo strumento straordinario nelle sue varie fasi di assemblaggio e accordatura del suono delle tre canne.  

Aiutaci a mantenere dinamica questa tradizione e favorire la penetrazione di nuovi mercati per raggiungere sempre più alte vette musicali. Le launeddas posseggono un sensazionale virtuosismo: sono la dimostrazione vivente che non c’è affatto bisogno di molte note per comporre architetture musicali geniali.

14 Ottobre 2023
Dalle 10:00 alle 13:30

Una tradizione plurimillenaria.

Correva l’anno 1907 quando Antonio Taramelli dava pubblica notizia del ritrovamento di due statuette d’epoca nuragica: la prima, proveniente dal nuraghe Santu Pedru di Genoni, raffigurava un suonatore di corno; la seconda, ritrovata nel territorio di Ittiri, riportava le sembianze di un suonatore di strumento a fiato. In questo bronzetto (conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari) gli studiosi hanno riconosciuto lo strumento più caratteristico della nostra tradizione musicale isolana: le launeddas. 

Non potremo mai accertare una data certa di comparsa, vista la natura effimera di questi strumenti musicali, costruiti con materiali fragili e rapidamente deperibili. Quel che è certo è che si impongono come una delle espressioni più significative della musica tradizionale in Sardegna.

Non sono destinate a perpetuarsi nel tempo ma il loro uso non ha mai subito fratture: possono rigenerarsi continuamente proprio poiché la loro fragilità impone di costruirne sempre nuove, modellandole sulle vecchie. 

Secondo la classificazione organologica più moderna le launeddas rientrano nella classe degli aerofoni, ossia degli strumenti a fiato, in cui è l’aria a vibrare e produrre il suono. In particolare, si tratta di un aerofono a tubo vibrante e ad ancia semplice battente. Per la precisione, abbiamo a che fare con un triplo clarinetto in quanto ognuna delle tre canne che compone lo strumento ha una lamella vibrante.  

Le materie prime cruciali per la sua costruzione sono la canna, lo spago e la cera. La scelta più difficile è quella delle canne, che devono, infatti, essere tagliate in un determinato periodo dell’anno e, seguendo i ritmi e dettami della tradizione, con la luna piena. Il tipo di canna e la stagionatura fanno la differenza. Per le ance e la canna più lunga (su tumbu) si usa la canna comune (o femmina), presente in tutta la Sardegna; per le due canne melodiche (mancosa manna e mancosedda), invece, si usa la canna maschio, più sottile e resistente, ma meno diffusa. 

La fase più difficile della costruzione è forse quella delle ance perché è alto il rischio che si spezzino. Ma non di meno è accordare il suono delle tre canne, anche quando singolarmente suonano bene. 

Le peculiarità acustiche delle launeddas sono il prodotto di più variabili: dalla dimensione delle canne dipende la loro appartenenza ad una tonalità; dalla posizione dei fori dipendono i rapporti intervallari dei suoni prodotti da ogni singola canna; dal criterio di raggruppamento delle canne dipendono i rapporti armonici reciproci. 

È forse questo quello che più affascina di questa armonica di strumenti: la sua capacità di esprimere e bilanciare variabili, di progredire senza rinunciare al proprio passato e alla propria identità. I materiali reperibili che lo compongono ne minano la resistenza fisica, ma le sue immemori funzioni sociali ne garantiscono ancora oggi la durevolezza. 

L’attività comprende

✔ ️Il suonatore di Launeddas si racconta: la sua storia, il suo lavoro
✔ ️Laboratorio sull’arte della costruzone delle launeddas
✔ Ogni partecipante verrà accompagnato nella realizzazione della propria mancosedda o cabitzinu

Posti max: 10

A cura di Jonathan Della Marianna, con la collaborazione di Carolina Casula

JONATHAN DELLA MARIANNA: suonatore di launeddas – sulittu – trunfa e vari strumenti della tradizione sarda. Originario di Escalaplano in Sardegna, nato nel 1983, laurea in Ingegneria Civile.Inizia a suonare e conoscere approfonditamente le launeddas a partire dal 2005, attraverso la scuola di musica tradizionale del suo paese, organizzata dal Gruppo Folk San Salvatore e tenuta dal Maestro Orlando Mascia. In quegli anni partecipa alle scuole musicali dello stesso Orlando Mascia presso Flumini Quartu (2007), Quartu S.Elena (dal 2007 al 2009), Maracalagonis (2010).
La conoscenza e la costruzione delle launeddas ha contribuito allo studio, ricerca e realizzazione anche di altri strumenti della musica popolare sarda: sulittu e bena (caratteristici flauti), trunfa (arpa a bocca), percussioni; inoltre vari oggetti sonori Dal 2007 prende parte alla processione di Sant’Efisio a Cagliari con l’ORCHESTRA
POPOLARE SARDA del M° Orlando Mascia. Da tale momento susseguono varie processioni e celebrazioni religiose, sagre e feste popolari, concerti e rassegne musicali, spettacoli teatrali e culturali, trasmissioni tv e radiofoniche, sia in gruppo che da solista, sia in Sardegna che all’estero; sono molteplici le collaborazioni
artistiche con musicisti isolani e internazionali, gruppi folk e di musica etnica. Dal 2011 collabora con la ONLUS AITEF SARDEGNA e con l’ISTITUTO F.SANTI SARDEGNA, che propongono attività culturali e sociali per gli emigrati sardi in tutto il mondo.
Dal 2012 al 2015 ha insegnato presso la scuola di musica tradizionale di
Escalaplano. Nel 2013 è socio fondatore, insieme a Enrico Picchiri – suonatore di launeddas – e Andrea Puddu – suonatore di fisarmonica -, dell’Associazione Culturale SYMPONIA , di cui è presidente, che svolge attività musicali e organizza eventi culturali principalmente legati alla tradizione sarda: nascono progetti come Symponia in
pratza, A s’antiga (in collaborazione con la compagnia teatrale Il Crogiuolo di Rita Atzeri), il gruppo musicale Bent’e Soli, Incontri di ballo sardo (con Cristiano Cani), la scuola di launeddas a Pirri, il festival internazionale TRA SARDO E PROFANO ormai giunto alla VII edizione nel 2023, Librus (rassegna letteraria), Isole Cromatiche (progetto artistico-musicale col musicista siciliano Davide Campisi).Negli anni 2014 e 2015 suona coi gruppi musicali SENTIDOS (con Danilo Dessì,
Ignazio Cadeddu e Costantino Lai), MIRADAS (con Cecilia Concas, Gianni Denanni, Ignazio Cadeddu e Peppino Bande), GRANDE MADRE BAND (con Fam. d’Arte Medas e Andrea Congia). Dal 2015 partecipa a diversi lavori artistici: PROGETTO BRINCAMUS (di Giancarlo Palermo e Agitoriu), gruppo musicale FAULAS (di Andrea Congia), recital musicale UN ANNO SULL’ALTIPIANO DI E.LUSSU (di D.Monachella, A.Pisu e A.Congia). 
Nel 2016 nasce il primo lavoro discografico BRINCA, caratterizzato da una nuova impronta folk, prodotto con l’organettista Paride Peddio e ricco di collaborazioni artistiche: Elena Ledda, Beppe Dettori, Davide Pudda, Federico Di Chiara, Carlo Crisponi, Stefano Casti e Andrea Pilloni. Dallo stesso momento nasce il gruppo etnico omonimo, il quale incide nel 2019 il secondo album BALLA E BRINCA, e vari inediti come Mama Sardigna, Sos Pastores de Sardigna e Sos Gigantes. Dal 2023 la formazione muta e nasce il gruppo Folk & Roll, prodotto dalla stessa Symponia, in sestetto con Federico Di Chiara (armonica a bocca e voce), Davide Pudda (chitarre), Jonathan Della Marianna (launeddas, sulittu, trunfas), Stefano Casti (basso elettrico), Fabio Carta (batteria) e Luigi Cordeddu (organetto diatonico). Dal 2018/19 forti sono le collaborazioni artistiche e di produzione tra le associazioni Symponia, Ballu Tundu di Orlando Mascia, Casa Saddi a Pirri, Il Crogiuolo di Rita Atzeri, Tra Parola e Musica di Andrea Congia, Le Compagnie del Cocomero a Sestu, La Bottega delle Arti di Elisa Marongiu e Diego Mikeli, I Camminanti di Davide Campisi, EjaTv e Terra de Punta di Tore Cueddu, che operano in ambito musicale, teatrale, culturale , informativo e mediatico in tutto il mondo.

CAROLINA CASULA: appassionata di storia e cultura della Sardegna, Carolina Casula inizia la sua formazione musicale e lo studio delle launeddas nel 2006 sotto la guida del M°Orlando Mascia, entrando a far parte l’anno successivo dell’Orchestra Popolare Sarda da lui diretta e prendendo parte a numerosi eventi religiosi e culturali. Durante
il suo percorso musicale si avvicina alla pratica di altri strumenti tipici della tradizione della Sardegna (tamburello, sulitu, triangolo, trunfa, etc.), nonché all’attività artigianale di costruzione di strumenti musicali e giocattoli sonori. Ha collaborato a diversi progetti artistici, spesso sperimentando anche oltre i confini della tradizione musicale isolana (Shardana, Orchestra Popolare Italiana, Fàulas, etc.), fino a
diventare membro stabile dal 2016 della rock band Tribulia. Guida turistica abilitata, lavora come operatrice culturale presso l’Associazione Culturale Symponia.

Museo Peppetto Pau
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